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Tradizioni molisane: la Tavola di San Giuseppe a Riccia

Pietanze Molisane

Foto di Veronica del Zingaro

La festa di San Giuseppe è un evento festeggiato in numerosi borghi del Molise. Tuttavia, nel borgo di Riccia, questo avvenimento è particolarmente sentito.

Riccia è una piccola cittadina nella provincia di Campobasso. Conta circa 5000 abitanti, ma durante il corso dell’anno riesce ad attirare molti turisti anche da fuori regione, addirittura anche da fuori i confini nazionali. Ma come mai?

Accoglienza, gentilezza e tradizioni. Tutte qualità che il popolo riccese fa proprie, e non a caso, la festa della quale stiamo per parlare racchiude appieno questi 3 requisiti degli abitanti del comune.

In occasione della Festa del papà e della celebrazione di San Giuseppe, che ricorre il 19 marzo, nella piccola cittadina dell’alto Molise, viene rievocata una tradizione che affonda le sue radici nei centenni passati.

La leggenda del viandante

Secondo l’antica leggenda, di paese in paese, girovagava un anziano in cerca di un posto dove poter trovare ristoro. Tuttavia, in qualunque casa egli bussasse, la risposta era sempre negativa: niente ospitalità.

Fu proprio a Riccia che l’anziano riuscì a trovare riparo, presso la casa di una modesta famiglia. I proprietari condivisero con lui il poco cibo che avevano a disposizione, e offrirono un tetto per la notte.

Foto di Veronica del Zingaro

Venuto a conoscenza dell’evento, il popolo riccese riconobbe nella figura del viandante, quella di San Giuseppe, il falegname di Nazareth. Nacque così questa antica tradizione.

La tradizionale tavola di San Giuseppe

La caratteristica festa di San Giuseppe viene celebrata con un tradizionale pranzo con amici e familiari.

Sempre la tradizione vuole che ogni famiglia inviti 3 persone a partecipare al pranzo. Perché proprio 3?

Questi 3 invitati rappresentano la Sacra Famiglia: un uomo anziano, una donna e un bambino. Tuttavia, l’ospitalità non viene negata neanche ad un forestiero, che con garbo e gentilezza può chiedere di essere ospitato.

Ma non è tutto. Infatti, il pranzo in questione è caratterizzato dalla presenza di un numero compreso tra 13 e 19 pietanze. Si tratta principalmente di piccole porzioni di legumi, sottaceti, pesce e verdure. Ma la pietanza che non può mai mancare alla fine del pranzo è il tipico calzone di San Giuseppe. Detto anche “cavezone”, questo dolce è composto da una sfoglia ripiena di crema di ceci, miele e aroma di cannella (in alcune varianti anche con aroma di vaniglia o cedro). Una pietanza alla quale gli abitanti del borgo sono molto legati.

Foto di Veronica del Zingaro

Il pranzo si protrae anche nel pomeriggio, dove per le strade della città vengono accesi dei falò, attorno ai quali si riunisce tutto il popolo. Vino, canti e balli sono i protagonisti di una festa che terminerà nelle prime ore dell’alba.

Il culto di San Giuseppe

Non solo cibo e bevande, la tradizione ha anche un forte richiamo verso elementi di culto molto cari al cristianesimo.

La tipica processione che ad esempio si svolge prima del pranzo, ripercorre le strade della città che per l’occasione viene adornata con altari e piccole statue dei santi.

Foto di Elvira Spallone

Insomma, una tradizione che rispecchia appieno i valori che contraddistinguono gli abitanti: fede, allegria e generosità.

Tradizioni molisane: la Tavola di San Giuseppe a Riccia ultima modifica: 2021-03-13T12:52:23+01:00 da Mario Maio

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